LA LEGGENDA DELLE MASCHE. - Introduzione.

"La credenza che esistono esseri quali le streghe è parte cosi essenziale della Fede cattolica che il sostenere ostinatamente l'opinione opposta sa manifestamente di eresia."
Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer. Malleus Maleficarum. Anno 1487

"In realtà non ci sono state streghe, ma i terribili effetti della credenza nelle streghe sono stati gli stessi quasi come se le streghe fossero realmente esistite."
Friedrich Nietzsche. Anno    1879

Sono passati quattro secoli tra le due affermazioni. Nell'intervallo tra la prima e la seconda frase non è cambiato solo un intero mondo quanto piuttosto si è trasformata la società umana, è nata una nuova sensibilità ed un diverso modo di guardare alla Storia e alla Filosofia.
E cosa più importante la stessa considerazione della figura femminile è cambiata.

E' una questione molto antica, quella della Stregoneria, una storia  vecchia quanto il Mondo, coeva di quella realtà rurale che i nostri nonni conoscevano bene e che, in alcune pieghe del tempo, ancora attecchisce e sopravvive.
Non sarà una narrazione lineare, non potrà esserlo.
Non potrà nemmeno essere una descrizione esaustiva, troppo è andato perduto nella tradizione orale, spesso poi basta allontanarsi di pochi chilometri e le stesse tradizioni cambiano, assumono mille varianti differenti  ed anche il vostro umile narratore - giocoforza - è condizionato dalla sua personale sensibilità.
Però se vorrete seguirmi in questo nuovo lungo viaggio quella che andremo a narrare sarà la Storia delle Masche.
Le Streghe piemontesi.
Il cosiddetto Ponte delle Masche
 sul Rio Castellazzo in Piemonte

Mettetevi comodi.

- IL LUOGO.

Il Piemonte.
Terra complessa, legata a doppio filo alle sue montagne, alle sue valli.
E' una regione che profuma di vigneti, di tartufi, di formaggi d'alpeggio, una zona dove le nebbie autunnali alpine cedono il passo ai pallidi soli primaverili.
E' il luogo dove nascono gli affluenti del fiume Po, è il luogo dove nasce lo stesso fiume Po.
Sono persone orgogliose i piemontesi, estremamente legate alle loro tradizioni ed alla loro terra.
Tradizioni millenarie che convivono con la modernità, eppure tra tutte queste ce ne sono alcune particolarmente interessanti ai fini del folklore regionalistico.
Tradizioni che interessano principalmente la zona delle Langhe, ma anche l' Astigiano, il Cuneese, l' Alessandrino, il Roero, perfino la zona di Biella, in alcuni casi poi queste leggende arrivano fino alla Liguria dove si confondono con le locali Strie . Ogni famiglia, ogni anziano, se glielo chiederete vi racconterà una qualche leggenda sulle fattucchiere locali.
Leggende ironiche, leggende spaventose, controverse,  alle volte perfino crudeli.
Perché le Masche non sono streghe come le altre.
Ma come nasce il termine "Masca" ?

- STORIA E POSSIBILI ETIMOLOGIE DI UN NOME.

Il termine compare per la prima volta nell' Anno Domine 643 .
 C' è un passaggio all'interno dell' Editto di Rotari che recita più o meno così:

"Si quis eam strigam, quod est Masca, clamaverit"

E quel verso che parla di anime di morti dà la prima interpretazione possibile del fenomeno.
La leggenda vuole che l'etimologia nasca da una commistione tra la lingua dei celti e quella degli antichi liguri.
Probabile, ma nessuno dei due popoli ha lasciato testimonianze scritte in proposito.

Esiste anche una seconda versione che vorrebbe come origine il vocabolo franco-provenzale "Mascar", che indicava il gesto del pronunciare borbottando sinistri incantesimi.

Ma, secondo altri ancora, l'origine più corretta dovrebbe essere ricercata chiamando in causa i longobardi che utilizzavano il termine "Maskar" per definire tutte le entità soprannaturali di cui la razza umana non può assolutamente fidarsi.

Quale che sia la teoria giusta, la verità è andata perduta tra le pieghe del tempo.
Però le Masche hanno davvero fatto parte della cultura popolare piemontese.
E secondo alcuni sono realmente esistite, mentre secondo altri hanno realmente camminato per le contrade delle Langhe.
(Continua....)

38 commenti:

Il Moro ha detto...

contando che praticamente ogni paese del piemonte ha le sue storie in fatto di masche, ti sei accollato un bel lavoro! Volevo fare anch'io dei post sull'argomento un po' di tempo fa, poi ho sempre rimandato proprio perché le fonti sono troppo vaghe e frammentarie, e spesso anche contraddittorie.
Il Moro

Ariano Geta ha detto...

Non sono esperto sull'argomento, tutt'altro, quindi ho tutto da apprendere. Anche se ricordo, da bambino, una signora che partecipò a "Portobello", con l'indimenticabile Enzo Tortora, e sostenne che in gioventù una strega (non rammento se fosse una masca o un'altra di altra regione) le aveva strappato la camicia alle spalle mentre camminava in un bosco.

Squilibrato ha detto...

Sono di Biella.

Massimo Citi ha detto...

Bel lavoro, Nick. Nient'affatto facile ma sicuramente ricco di suggestioni. Il Piemonte - detto da un lombardo - è un posto strano e in definitiva crepuscolare, una parte d'Italia che ha ben poco di italiano. Probabilmente - ma questa è una cattiveria - è anche il motivo per il quale mi sono affezionato a questa regione ;-)

Nick Parisi. ha detto...

@ Moreno Pavanello
Questo infatti è stato il motivo per cui ho aspettato anni prima di dedicarmi sull'argomento "Masche", il tema è davvero in grado di far tremare le vene dei polsi. Ho scelto quindi di orientarmi suddividendo il post in tre parti ed anche così riuscirò solo a sfiorare l'argomento narrando solo le cose più importanti come "Il Libro del Comando" e così via.
L'importante è riuscire a cominciare, non credi?
Poi dopo chiunque vorrà potrà e vorrà è libero di aggiungere nuovi dati e nuove informazioni.
L'argomento Masche mi ha sempre interessato, e pensa che non sono nemmeno piemontese. :)

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano Geta
Me la ricordo quella puntata, ricordo anche che dopo pochi giorni uno speciale del Tg2 dedicò una puntata intera alle Streghe delle Langhe.
Credo che quella fu la prima volta che sentii parlare delle "Masche".

Nick Parisi. ha detto...

@ Squilibrato
Mi fa piacere. ;)

Nick Parisi. ha detto...

@ Massimo Citi
Grazie per i complimenti!
Io in Piemonte -purtroppo per me- ci sono stato solo una volta, però ricordo un clima particolare ed affascinante.
Spero di riuscire a tornare nella regione Piemonte il prima possibile.

Elisa Elena Carollo ha detto...

Ho scoperto l'esistenza delle Masche leggendo le fiabe di Italo Calvino. Nelle fiabe piemontesi sono spesso presenti e non sempre sono cattive: nel racconto "Il principe canarino" è una masca che regala alla principessa un libro magico per permetterle di incontrare il suo innamorato.

Nick Parisi. ha detto...

@ Elisa elena Carollo
Uno dei dati più contraddittori che escono fuori è proprio il come le "Masche" della tradizione piemontese non fossero necessariamente figure negative: a volte erano semplicemente dispettose, alle volte giocose, altre volte perfino figure positive.

Patricia Moll ha detto...

Da piemontese, da bugianen, ti garantisco Nick che ti sei assunto un compito veramente notevole.
A distanza di qualche decina di chilometri le masche cambiano aspetto, nome e possono diventare da buone a cattive o viceversa.
Principalmente nella zona dei miei nonni erano dispettose però esistevano anche quelle veramente cattive.
Se sei interessato due o tre aneddoti/leggende che mi raccontava mia nonna me li ricordo ancora.
Una cosa è certa. Lei abitava in un paesino a pochi chilometri da Asti e alla sera, come scendeva il buio, non poteva più uscire di casa perchè "altrimenti le masche ti prendono!". Così le diceva suo padre.
Lei mi narrava anche che in particolari occasioni, restavano chiusi in casa e fuori sentivano belati di greggi, pianti di bambini, qualcuno bussare ma non c'era nessuno.
Adesso che fosse vero o soltanto suggestione non so...

La tradizione di dire non trovo più una cosa, son passate le masche, esiste ancora.
Ciao Nick!

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Mi interessano molto i racconti di tua nonna, anzi se ne vuoi raccontare qualcuno comincia pure adesso. ;)
Mi rendo conto della difficoltà intrinseca del discorso, come rispondevo prima a Moreno Pavanello questo è stato il motivo per cui ho aspettato tanto prima di dedicarmi alle Masche.
Probabilmente riuscirò solo a scalfire la superficie della materia, ma almeno qualche informazione proverò a darla.

Pirkaf ha detto...

Non conoscevo la storia delle Masche, ne voglio ancora.
Io le uniche streghe che conosco di fama sono quelle di Benevento.

Nick Parisi. ha detto...

@ Pirkaf
Sono famose anche quelle, io a suo tempo parlai delle Janare che -pure sono abbastanza collegate. Un giorno però potrei narrare del Processo di Benevento.

Obsidian M ha detto...

Ecco i post di Nocturnia che preferisco. Sei bravissimo a trascinare l'interesse una riga dopo l'altra, per poi abbandonarci all'improvviso con un "continua".
Solo tre parti? Ma come?

Nick Parisi. ha detto...

@ Obsidian M.
Visto a cosa mi è servita la passione per le serie televisive e per i feuilletons? XD
A trovare il momento giusto per inserire la parola "continua" XD

Se avessi voluto inserire tutto quello che adesso so sulle "Masche" mi sarebbero dovute servire almeno 5 puntate, meglio limitarsi a tre...LOL
Domani comincio a scrivere la seconda.

Glò ha detto...

Questo è pane per i miei denti :D Pensavo prossimamente di fare un post su un saggio breve breve, molto interessante: Streghe dello storico G.G. Merlo.
Si tratta dell'analisi di atti giudiziari del 1495, Archivio storico del comune di Rifreddo, e si parla delle masche :D
Attendo il seguito eh!!! *__*

Nick Parisi. ha detto...

@ Glò
Ed io attendo fremente la tua analisi del saggio di G.G. Merlo! * __ *

Diego ha detto...

"Perché le Masche non sono streghe come le altre." Tu hai capito...

Nick Parisi. ha detto...

@ Diego
Si fa quel che si può....

Ivano Landi ha detto...

Ora io dovrei forse dire qualcosa sulle streghe... invece ti dico che "Maskar" era uno dei miei fumetti preferiti da bambino.
Dopo questo piccolo sacrilegio, aggiungo che le streghe mi hanno sempre appassionato, e i personaggi femminili delle mie storie sono in genere streghe, quindi ti leggerò molto volentieri.

P.S. Mi piacerebbe anche leggere, magari al termine della serie, una tua intervista a Patricia sull'argomento.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ivano Landi
Mi hai dato u idea, non un intervista vera e propria ma ho una idea da proporre a Patricia.
Ben fatto! :)

Diego ha detto...

Senza andare troppo indietro nel tempo anche quando ero piccolo io, come dice giustamente Patricia, quando calava la sera ai bambini non era permesso uscire perché nel buio le Masche ti potevano ghermire e portar via. Era un avvertimento che alla lunga ti entrava dentro e non ti lasciava più. Anche in età più adulta certe sere questo monito torna a galla portando con sè strane sensazioni e una sorta di leggera inquietudine. Dove vivo la presenza della Masca Micilina, una delle masche più famose, è ancora molto forte soprattuto nei "suoi" luoghi. Tra cimiteri sconsacrati, lugubri rocche popolate da strana vegetazione, tetri anfiteatri naturali e criptiche ed esoteriche costruzioni delle quali nessuno ha mai capito l'utilizzo si dipanano racconti di persone che si sentono strattonare e poi voltandosi vedono solo un gatto nero che si allontana, s'inciampano e quando si rialzano una mano scheletrica torna lestamente sottoterra, per non parlare delle strane luci, dei canti che si sentono in certe notti dui nebbia...
Sembra quasi che la Masca abbia trasceso il proprio essere "fisico" per diventare una sensazione, uno stato d'animo. Forse è proprio questa la sua più grande magia.

Nick Parisi. ha detto...

@ Diego
Bellissima anche la tua testimonianza come quella di Patricia prima di te!
Ho una proposta: per mail l'ho fatta anche a Patricia, cosa ne direste voi blogger piemontesi - una volta che avrò terminato il dossier sulle Masche - di scrivere dei post in cui raccontare le testimonianze eesperienze ed i racconti familiari con le masche?
Io inserirò i link dei vostri post in appendice al mio dossier?

Michele il menestrello pignolo ha detto...

Sai che forse è la prima volte che leggo delle masche? (^_^;)
Attendo curiosissimo il secondo post ^^

Nick Parisi. ha detto...

@ Michele il menestrello pignolo
Sto cominciando a scriverlo adesso, se tutto va bene, venerdì esce. ;)

Marco L. ha detto...

Stria credo venga dal latino stryx, cioè strega.
Dici bene del Piemonte, terra complessa, i piemontesi la amano e la odiano questa regione. Una vecchia battuta dice infatti che il vero torinese non ama Torino. Gozzano ha sempre provato sentimenti di nostalgia per Torino e il canavese, ma non poteva fare a meno di ironizzarci su.

Nick Parisi. ha detto...

@ Marco Lazzara
Sotto questo aspetto i piemontesi sono molto più simili a noi napoletani di quanto entrambi i popoli amino ammettere. Pure noi abbiamo questo tipo di rapporto con la nostra terra.
Ricordo che anche Mario Soldati, altro grande torinese, nei periodi di esilio romano non faceva altro che parlare di Torino e di quanto gli mancava, salvo poi nei periodi in cui lo scrittore e regista effettivamente tornava nella sua città, lamentarsi costantemente del provincialismo dei torinesi.

Patricia Moll ha detto...

Scusa il ritardo Nick ma ieri non ce l'ho fatta!!!
Il post sulle masche o meglio su ricordi basati sui racconti di mia nonna, l'ho postato oggi ma lo hai già visto.
In questi giorni sono un po' presa e domani sono al Salone a Torino ma se riesco a organizzarmi cerco di scrivere qualcosa legato a questi ricordi ma che non sia solo un aneddoto.

Diego, hai perfettamente ragione. Sarà che i racconti dei vecchi sono entrati sotto pelle, sarà che l'uomo ha necessità di credere in qualcosa di soprannaturale, sarà il retaggio degli insegnamenti religiosi e non, le masche sono sempre "vive". Sono nell'aria. Sono intorno a noi.
Non dico che esistano e nemmeno il contrario però del nostro vissuto passato hanno fatto parte seppur solo attraverso racconti.
Solo per dirne una. Oggi qui c'è un ventaccio pazzesco. Piega a terra i pini... sai cosa ha detto mia mamma? C'è un vento così perchè le masche vanno di corsa... sono arrabbiate... :)

Nick Parisi. ha detto...

@ Patricia Moll
Fantastica la frase di tua madre! :)

Unknown ha detto...

L'ambivalenza della figura delle masche da figure totalmente negative a capri espiatori (nel vero senso antropologico del termine) testimonia la costante tensione che c'è tra un paganesimo mal estirpato e un cattolicesimo imperante. La figura sciamanica e femminile della masca più antica ne faceva infatti una figura comunque ben inserita all'interno della comunità. catalizzatrice. Tollerata. Questo è sicuramente l'aspetto più interessante da un punto di vista antropologico.

Nick Parisi. ha detto...

@ Fabrizio Borgio
Ambivalenza è proprio la parola giusta. E' interessante notare proprio il rapporto del superstite sciamanesimo con la comunità rurali nel nostro passato.
Consideriamo poi che questo stato di cose p durato almeno fino ai nostri anni 50s\60s ed il quadro sarà completo.

Unknown ha detto...

Non dimentichiamo che si parla di una cultura, quella contadina piemontese, che ancora adesso sta filtrando la contemporaneità con una certa difficoltà. C'è una persistenza caparbia di una mentalità ancorata a un rapporto col territorio che ha qualcosa di veramente profondo. Affascinante e inquietante al contempo.

Nick Parisi. ha detto...

@ Fabrizio Borgio
Vero anche questo.
Credo che sia una caratteristica comune a tutte le realtà contadine, specialmente quelle dotate di un legame a doppio binario con la propria terra, in maniera leggermente diversa avvenne la stessa cosa in alcune zone della mia Campania con le Janare.
Ancora oggi, ad esempio, nella zona di Benevento, c'è un grosso legame con questa forma del loro passato.
Però è vero un substrato culturale così intenso come quello piemontese, un "terroir" culturale - se mi passi il termine - così intenso come quello piemontese è dotato di uno specifico difficilmente riproducibile da altre parti.

Unknown ha detto...

Comunque, devo segnalare un parallelismo storico importante tra le janare del beneventano e le masche piemontesi ed è l'influenza longobarda. Benevento è stato l'ultimo ducato longobardo nel mezzogiorno mentre nell'Italia nord occidentale, i Longobardi avevano insediato gli insediamenti più grandi e persistenti. Ci sono anche similitudini in alcune dinamiche degli aneddoti e una delle correnti di pensiero riguardante l'origine dell'etimologia delle masche affonda le sue radici nella lingua longobarda. Maskar.

Nick Parisi. ha detto...

@ Fabrizio Borgio
Parzialmente li ho segnalati anche io alcuni parallelismi, in particolare tra i commenti dei tre post. Un parallelismo interessante sta nella ossessione comune tra masche e janare verso i fili delle scope. Quindi la cosa potrebbe davvero indicare una probabile origine comune della leggenda.
Longobarda in questo caso.

SCHA ha detto...

La mia trisavola era una Masca . E si chiamava come me . Il bisnonno e la bisnonna erano guaritore con potere della bacchetta e la bisnonna usava il pendolino .
Ero piccola ma alle veglie mi portavano spesso . Mi ricordo di vari racconti . Uno dei quali narrava di un incontro con i cinghiali. Al rientro da una voglia .il gruppo di contadini prese a bastonate un cinghiale . Il giorno dopo la domenica in chiesa il prete era pieno di lividi .

Nick Parisi. ha detto...

@ SCHA
Innanzitutto, benvenuta su Nocturnia!
Grazie anche per aver condiviso i tuoi ricordi con noi!

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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