INTERVISTA CON FABIO LASTRUCCI.


Presento qui l'intervista con Fabio Lastrucci.
Vorrei dedicare l'intervista alla città di Napoli, la città dove sono nato e nella quale ho vissuto per i primi trenta anni della mia vita.
Un luogo che amo profondamente nonostante le sue contraddizioni.
Recentemente il rogo della Città della Scienza ha provocato un ulteriore cicatrice alla mia terra.
Ma se c'è una cosa in cui noi napoletani siamo bravi è  ricominciare: sono certo che una nuova Città della Scienza sorgerà presto in barba ad ogni tipo di criminalità.
Buona lettura a tutti!
                                                                               Nick Parisi.

Nick: Ciao Fabio, benvenuto su Nocturnia cominciamo con la domanda di rito tu hai diversi interessi : sei scultore, illustratore e scrittore, parliamo dei tuoi primi passi nel mondo del fantastico e cosa ti ha avvicinato a questi generi?

Fabio Lastrucci: Grazie per l’ospitalità sulle tue pagine, Nick. Le arti hanno sempre rappresentato per me dei mondi liberi, dove usare l’immaginazione per ritagliarsi degli spazi espressivi e professionali. Lavorare come scultore per lo spettacolo, però, costringe la creatività dentro troppe esigenze produttive, per cui ho cercato un medium più indipendente nella scrittura. Dopo qualche esperienza teatrale a più mani e molti anni spesi come lettore e appassionato di sf, dal 2000 ho provato a passare “dall’altra parte” tramite i concorsi letterari, un buon terreno per misurarsi e rendersi visibile. Il I° premio al Cosseria Galactica e il 2° piazzamento al Premio Robot del 2004 mi hanno permesso di conoscere altri autori, avere un confronto, crederci. Nel 2001 ho pubblicato il mio primo racconto con la rivista torinese “Strane Storie”, curata da Daniele Nadir. Incontrare la redazione e collaborare da esterno come valutatore di racconti è stato prezioso per affinare un approccio critico. Tramite il web, successivamente ho conosciuto le edizioni Il Foglio di Piombino, il gruppo della CS_libri di Torino e la Delos Books di Milano, dei punti di riferimento importanti con cui si sono saldate amicizie e contatti tuttora vitali.


Nick: Quali sono state le tue maggiori influenze? Naturalmente puoi citare sia scrittori che fumetti, ma anche film e serie televisive.

Fabio:  L’amore per il fumetto di certo è stato decisivo, prima ancora di scoprire Urania e Robot. Sulle pagine del vecchio Corriere dei Piccoli restavo affascinato dal “Luc Orient” di Paape e Greg e dalle storie di Mino Milani, seguite da “Jeff Hawke” e dalle fantasie sbrigliate di J. C. Forest su Linus. Per quelli cresciuti come me negli anni ‘60/’70 la televisione dei ragazzi era un altro grande veicolo di “sense of wonder”. I serial “Ufo”, “Orion” o “Il Prigioniero” e i film di animazione di Karel Zeman, mi hanno svezzato alla sf, facendo da ponte verso la letteratura. Da allora ho amato molti autori diversi (Ballard, Ellison, Vonnegut, Dick), senza comunque cercare in loro un modello da seguire. In questo senso, direi di avere debiti letterari più consistenti con umoristi come Wodehouse o Patrice Dard, per l’uso fortemente stilizzato del linguaggio. Nella costruzione di una storia mi affido a un immaginario soprattutto visuale, tendo infatti a mutuare i ritmi del cinema e dei comics raccontando per scene sequenziate, come in una sceneggiatura.

Nick: Quanto ha influenzato l'ambiente di una città sicuramente molto creativa come Napoli nella tua formazione culturale e quanto conta nel bene o nel male nella tua attività quotidiana? Te la rivolgo perché siamo entrambi napoletani (sia pure un napoletano della diaspora per quanto riguarda il mio caso specifico ) e spesso questa domanda viene rivolta a me. Quindi  te la rigiro per poter avere io qualcosa di intelligente da rispondere quando me la rifaranno.

Fabio: Bella domanda. Napoli, città estrema, porta i suoi abitanti esserne completamente invasi o a darsela a gambe appena possibile. Per usare una metafora, la descriverei come una sorta di mondo-isola alla “Dark city”, un luogo affascinante e immutabile, proiettato verso una dimensione gotica piuttosto che avveniristica. Sarà per la sua storia onnipresente e incombente, o il fatalismo di convivere sotto un vulcano, ma da noi ogni via è affollata di presenze e fantasmi mai rimossi. Un paradiso dell’inconscio! Non è un caso, infatti, che tra i nomi più significativi della scena letteraria napoletana ci siano Maurizio Di Giovanni o Simonetta "Simonoir" Santamaria, interpreti sanguigni del lato pulsionale della città, giallo e horror.
Da partenopeo poco “doc” io mi sono sempre sentito un irregolare, tendendo alla fuga verso pianeti alternativi (quanto meno editorialmente). Solo negli ultimi anni, ho scoperto con piacere che anche a Napoli ci sono delle realtà per le quali fantascienza e fantasy sono concrete e familiari quanto gli spalti del Maschio Angioino. L’associazione Mondo Cult, per esempio, che produce con entusiasmo libri, eventi e fiction seriali, oppure giornalisti come Carmine Treanni, che dirige per la DelosBooks di Milano la rivista “Delos Science Fiction”, amici coi quali si incrociano ogni tanto i percorsi in progetti o collaborazioni.

Napoli
Nick: A proposito della tua attività di fumettista nel 2003 hai esposto una tua personale di fumetti nella città francese di Blagnac. Parliamo di questa esperienza.

Fabio: La mostra è nata dalla collaborazione tra l’associazione Viv’arte di Napoli e l’associazione francese Amicale Franco-Italienne di Blagnac, per prendere luogo all’interno della struttura multimediale Odyssud, un grosso centro che impegnato in quel periodo con gli eventi culturali del gemellaggio tra Blagnac e Pomigliano d’Arco.
Ovviamente, trovarmi a esporre nella patria del fumetto per eccellenza è stata un’emozione notevole. Soprattutto perché esibivo dei lavori nati in ambiti lontani da quelli tradizionali, come la riduzione a fumetti dello spettacolo “La guerra di Martìn” di Francesco Silvestri - un albo ancora ristampato che affianca la tournee teatrale dal 1987, oppure esporre le illustrazioni de “Il mare di sotto” di Alessandro Dionisio, corto presentato alla XXIII Biennale del cinema di Venezia.
Il confronto col pubblico è stato positivo, malgrado il mio francese alla Closeau, permettendomi di testare le prime tavole di un fumetto ambientato nella Napoli settecentesca, “Luna Storta”, un serial storico-fantastico con i disegni di Duilio Cusani. Inoltre è stata la prima sortita estera dei lavori sculto-pittorici che proseguono oggi col progetto “Nuages – Morbidi approdi”. (http//www.morbidiapprodi.com) Un altro elemento poco canonico in quella personale.


NickPer la tua narrativa privilegi la dimensione del racconto e all'interno dei tuoi racconti privilegi una descrizione del fantastico, dell'inconoscibile come di un qualcosa di parallelo a noi (come nel racconto DB su Alia 6 ) o di un qualcosa che conosciamo già ma che rifiutiamo di accettare finché non entra prepotentemente nelle nostre vie (come nel racconto LA MECCANICA DELL'AMBARADAN su Alia 5 e LA DISCIPLINA DELL'OCCHIO su Robot 46 ). E' una ricostruzione sbagliata la mia? E in particolare come descriveresti la tua narrativa?

Fabio: L’analisi che fai è piuttosto calzante, uno dei temi ricorrenti di queste storie è la percezione del mondo come un mistero o una finzione inconsapevole, finché un evento assurdo (vedi la fuga del Minotauro nel condominio de L'AMBARADAN’, o l’esplorazione dell’aldilà di DEADBOOK ) non ci costringe a mettere in dubbio tutti i nostri punti di riferimento. Un altro elemento che mi sta molto a cuore è il tema della diversità che impedisce ai miei personaggi di trovare un ruolo o una assimilazione nell’ambiente che li circonda. I loro mondi interiori, le loro peculiarità sono universi complessi resi marginali da una società che non sa inquadrarli. Questa ribellione silenziosa a volte è causa di crepe che si aprono nella realtà ( IL TRUCCHETTO DI OLINDO su Alia 3), a volte ne è solo la testimonianza, offrendo spesso una lettura pessimistica dell’esistenza. Tanta cupezza, però, va bilanciata con iniezioni di ironia e scetticismo, quindi ogni tanto cerco di anche di sorridere con argomenti più leggeri. Come IN PRINCIPIO ERA IL VERBOSO, uscito su Short Stories n. 4 dove un magnate razzista rimodella la preistoria usando tecniche di marketing, oppure MAX SATISFACTION (Writers Magazine Italia  ), una commedia spaziale che vede come protagonista un focoso robot gigolò.

Nick: Una parte consistente della tua narrativa era apparsa sulle Antologie. Di  quale tuo racconto sei più soddisfatto e quale invece oggi come oggi non riscriveresti? Ancora più importante quale tuo racconto consideri talmente esemplificativo della tua opera da consigliare ad un lettore per cominciare ad avvicinarsi alla tua narrativa?

Fabio: Penso che la mia storia più complessa sia probabilmente LA DISCIPLINA DELL'OCCHIO, un racconto originariamente troppo enigmatico, migliorato poi e risolto grazie ai consigli del compianto Vittorio Curtoni, che ebbi la fortuna di conoscere al Premio Robot di Milano. Il tema dell’alchimia e l’opera al nero applicata al cinema sono il soggetto più ambizioso su cui abbia lavorato. Il racconto più deludente, invece è DB, il Facebook dei morti, un’idea difficile da gestire che ho chiuso con esiti poco incisivi, forse per il tema dell’elaborazione del lutto che richiedeva un’attrezzatura filosofica più robusta. Un racconto in cui mi rispecchio molto e che consiglierei volentieri, direi che sia RACCONTO CON CATASTROFE (http://danielebarbieri.wordpress.com/2011/12/26/fabio-lastrucci-meno-362/), uscito in rete sul blog di Daniele Barbieri. Il suo protagonista che assiste alla fine de mondo rappresenta il giusto mix di sgomento, ironia, amarezza e amore che mi interessa raccontare.


NickCircola una battuta nei tuoi confronti nell'ambiente. Cioè che stai lavorando direttamente al tuo secondo romanzo per non dover affrontare le difficoltà del primo. Quanto c'è di vero in questa affermazione e quando potremo vedere un tuo romanzo?

 FabioLa cronologia degli unici due romanzi che ho scritto è parecchio complicata, trattandosi di libri nati in anni diversi, cresciuti poi insieme facendosi da supporto vicendevole. Il primo a essere stato concluso (dopo aver già scritto una cinquantina di cartelle del precedente) è un breve fantasy prodotto nel 2008 per una collana giovanile della Delos Books. Dopo un notevole lavoro di editing con le indicazioni di Franco Forte, la chiusura anticipata della collana bloccò la pubblicazione del libro. Da allora, IL TEMPO DELL' ARCIVENTO  è rimasto a maturare e crescere per tentare solo di recente altre destinazioni editoriali. 
Il secondo (o primo, se vuoi) è invece un romanzo ambientato nella Hollywood degli anni ’30, una dark-comedy sulla quale ho sgobbato per anni, sferzato dalle spinte di Vincent Spasaro. Basato sulla vita dei comici Laurel e Hardy, NIENTE AGLIO PER BABE HARDY ha richiesto un enorme lavoro di documentazione e di revisione per sviluppare una trama in cui thriller, commedia e spunti horror si mischiano tra loro. Anche le sue 300 cartelle viaggiano per case editrici in attesa di riscontri, per cui solo la Sibilla Cumana potrebbe predirne l’uscita. Si accettano scommesse.

Nick:  Da parecchio tempo specialmente in rete è sorta una discussione riguardo alle nuove frontiere dell'editoria, in particolare sugli eBook, e le opinioni sono spaccate a metà tra chi ritiene che gli eBook possano rappresentare il futuro e chi invece preferendo il cartaceo ritiene che il libro digitale sarà il definitivo colpo di grazia per il mondo della lettura, qual è la tua opinione in proposito?

Fabio: Non possiedo un lettore e-book, quindi al momento sono abbastanza neutro, pur propendendo in generale per il prodotto cartaceo. Vedo però grandi potenzialità di diffusione nell’e-book, per la sua praticità e per la convenienza dei costi, molto competitivi. Credo anche che possa consentire un maggiore respiro a un mercato in affanno come il nostro.

Nick:  DRM: si o no?

Fabio:  Penso che la libera circolazione non danneggi nessuno. Mi sembra che l’atteggiamento a riguardo di autori come Cory Doctorow confermino questa ipotesi.

Nick:  Tra le altre cose collabori con diverse case editrici, per cui scrivi articoli o saggi, curi pubblicazioni e compi interviste, dal tuo punto di vista di osservatore privilegiato come credi che stia cambiando il mondo (con annesso il rispettivo mercato editoriale) del Fantastico in Italia?

Fabio:  Essendo un piccolissimo “addetto ai lavori” il mio parere ha un valore limitato e soggettivo. Per quel che ho potuto osservare, Internet ha rivoluzionato molto l’attività legata alla scrittura, permettendo a chiunque di ritagliarsi uno spazio di visibilità, a prescindere dal livello professionale e dilatando – nel bene e nel male - la portata del fandom. In tanta ridondanza di informazioni, trovo ci siano degli spazi che offrono un’occasione di formare nuovi autori, allenandoli al confronto e portandoli alla ribalta con iniziative coraggiose. Ad esempio, il forum della Writers Magazine Italia, che propone frequenti contest letterari con cui plasma generazioni di scrittori, traghettati dalla rivista omonima su testate prestigiose come Robot o le collane Mondadori. Un’opportunità di crescita fino a ieri impossibile. Un ruolo interessante, inoltre, lo ha prodotto anche il proliferare di gruppi dedicati al fantastico sui social network, che sono diventati uno snodo nevralgico utile per condividere e diffondere una cultura di settore, permettendo ai lettori di dialogare anche con professionisti italiani e stranieri.

Nick:  Soffermiamoci un attimo alla tua attività di intervistatore, per Delos rivista effettui le cosiddette " Interviste Starnuto", brevi chiacchierate con diversi scrittori o personalità del mondo della Fantascienza. Dal momento che come immaginerai è un argomento che m'interessa molto, parliamo di questo lato del tuo lavoro.
Com'è nata la rubrica? Come gestisci il tuo lavoro?

 Fabio:  L’idea alla base delle “Interviste-starnuto” è nata nel 2008 sulle pagine del vecchio blog di Viv’arte, con l’intenzione di proporre delle conversazioni brevi volte a catturare l’attenzione di lettori frettolosi o estranei al genere. I reading curati per l’associazione, le molte amicizie maturate negli anni, mi hanno permesso di raggiungere autori e professionisti del settore (insieme a un po’ di sfrontatezza), per invitarli a giocare in un clima rilassato, dove potersi raccontare e rispondere alle frecciate più provocatoria.
Dopo avere raccolto una quindicina di interviste correlate di una ironica scheda di presentazione, ne ho proposto una versione ampliata alle Edizioni Scudo, con le quali è uscita questa estate la raccolta “I territori del fantastico” inaugurando la collana Omni Italia Saggi, in contemporanea a un saggio sul fumetto di Giorgio Sangiorgi.
Conoscere Carmine Treanni, mi ha permesso poi di mantenere vivo l’esperimento, affiancando le autorevoli rubriche di Delos Science Fiction con questi flash semi-seri. A ogni uscita, temo i fischi indignati dal loggione e i lanci di pomodori, ma per fortuna, fino a oggi è andata bene!

Fabio Lastrucci e Davide Mana presenti alla Mostra
di Grafica Giapponese (Torino 2009)

 NickRitieni che ci siano differenze tra scrittori italiani e scrittori stranieri nel modo di approcciarsi ?

Fabio: Per quanto utilizzi una modalità che potrebbe risultare irriverente, ho sempre trovato un ascolto e una disponibilità notevole da parte dei nostri autori e da quelli stranieri, portati forse ancora di più a un atteggiamento brillante che si presta perfettamente al gioco. Penso ad esempio al francese Jean-Claude Dunyach (che tu conosci meglio di me *) oppure al’americano Benjamin Rosenbaum, autori tanto affermati quanto amichevoli e spiritosi. La conoscenza epistolare con Rosenbaum mi ha permesso anche di metterlo in contatto con la redazione di Alia, per veder pubblicato un suo splendido racconto sul n. 6 dell’antologia, tradotto da Davide Mana. Grazie alla disponibilità dello scrittore Massimo Soumaré, inoltre, ho anche potuto conversare in più occasioni con autrici giapponesi, trovandole estremamente semplici e alla mano nonostante la grande notorietà in patria.
Tra gli italiani, a parte gli amici più stretti come Maurizio Cometto o Vincent Spasaro, è stato molto piacevole trovare degli interlocutori gentilissimi e attenti in Danilo Arona, Giuseppe Festa della band Lingalad, oppure Mino Milani, uno dei miei miti letterari di tutte le età. Tutti dotati di molta umanità e disposti all’ascolto. Incredibile a dirsi, non ho annoverato ancora porte in faccia o rifiuti clamorosi, ma deve trattarsi della classica fortuna del principiante. Speriamo che duri…


 Nick:  Sono molto incuriosito da Viv'Arte l'associazione che hai contribuito a creare e della sua attività. Ce ne puoi parlare?

Fabio: Questo gruppo è nato nel 2003, grazie alla passione dei quattro fondatori per tutte le forme di cultura, restando molto attivo fino a qualche anno fa. In circa sette anni Viv’arte ha prodotto sul territorio campano (e non) mostre d’arte e design, reading di poesia e conferenze, contando solo sulle proprie forze, sull’ energia della Presidente Nadia De Pascale e sul patrocinio morale di alcune istituzioni cittadine. Per restare in tema di fantastico, tra i vari progetti ricorderei i reading di “Strange Tales”, degli incontri annuali dedicati alla sf, al fantasy e l’horror che ho curato insieme al fisico ricercatore Ramiro dell’Erba. Questi eventi hanno presentato racconti di autori contemporanei (da Alberto Cola a Giovanni Buzi), letti da attori professionisti con accompagnamento musicale dal vivo. Alcuni scrittori, come Cometto o la Santamaria, sono stati ospiti della manifestazione rispondendo alle domande del pubblico, il reading, inoltre era arricchito da testi introduttivi scritti per l’occasione da autori italiani o giapponesi ( Daniele Nadir, Kumi Saori ) e da un concorso letterario per ragazzi premiato con i libri offerti dalla Delos Books.
In sintesi, una vera follia produttiva, resa possibile solo da un’amichevole, faticosissima, meravigliosa “chiamata alle arti”.
Immagine dal reading di Strange Tales del 2006
oltre a Lastrucci e a Ramiro Dell' erba  è presente anche
la scrittrice Simonetta Santamaria 
 
 Nick:  Progetti futuri: di cosa ti stai occupando attualmente e cosa dobbiamo aspettarci da Fabio Lastrucci nel prossimo futuro?

Fabio:  Gli obiettivi sono sempre tanti e vanno in più direzioni, dato che continuo a occuparmi in simultanea di teatro, ricerca artistica e narrativa. A parte un serial ambientato nella Francia degli anni ’50 che sta ancora lentamente maturando, i progetti in via di pubblicazione sono un romanzo breve sul tema del lavoro precario, in corso d’opera per un editore napoletano e le illustrazioni di un libro per ragazzi tratto da un testo teatrale, su testi del regista Fioravante Rea. Infine c’è un’idea che corteggio da tempo e che dovrebbe coinvolgere lo scrittore Giuseppe Cozzolino: una guida alla gastronomia fantastica che parli di cucina fantascientifica, horror e fantasy. Prima o poi, riusciremo a infilarla in mezzo a tanti impegni e allora passeremo dalle tastiere alle padelle, speriamo con esiti interessanti.

 Nick:  Siamo arrivati quasi verso la fine della nostra chiacchierata; ti rivolgo la classica domanda finale di Nocturnia: c'è una domanda che non ti ho fatto e alla quale avresti voluto invece rispondere?

Fabio:  Nick, non mi hai chiesto “Che diavolo ci fai tu qui in mezzo a tutti gli autori veri che ho intervistato?” (in effetti me lo domando anche  io).
Per questo tatto e per la tua ospitalità ti sono veramente grato.

*  Chi volesse, può tranquillamente andare a recuperare la mia intervista con Jean-Claude Dunyach.

26 commenti:

occhio sulle espressioni ha detto...

Di grande interesse, veramente ci son cose di cui non sospettavo neanche l'esistenza. L'underground, nonostante tutto, è forte e lotta!
Plauso per la svolta con Karel Zeman, nonché per la visione sc-fi di Napoli, molto azzeccata!

Nick Parisi. ha detto...

@ Occhio
L' underground esiste ed è ancora vitale.
Napoli poi ha un substrato culturale che rende possibile la formazione di molte associazioni e realtà forti anche nel campo della fantascienza.
La citazione di Karel Zeman è stata un vero e proprio tocco di classe.

Ariano Geta ha detto...

Onestamente non conoscevo questo disegnatore, e d'altronde l'utilità del tuo blog è proprio far conoscere cose, fatti e persone che magari non sono noti al grande pubblico.

Nick Parisi. ha detto...

@ Ariano
Il compito della rete è questo, poi quando trovi persone come Lastrucci che lavorano nel campo del fumetto ma sono anche scrittori un intervista è ancora più interessante.

Massimo Citi ha detto...

Mi fa molto piacere che il buon Lastrucci abbia continuato la sua attività, sia nel campo grafico che come autore. Di scrittori interessanti come lui ce ne sono pochi...

Nick Parisi. ha detto...

@ Max
Si vede che lo stimi molto.

Luca Dell'Isola ha detto...

il buon Lastrucci è un esempio di artista capace di misurarsi con qualunque mezzo; sono tra le fortunate "cavie" che hanno potuto apprezzare i suoi due romanzi (anche se da questa intervista ho recuperato info su una serie di interessanti racconti che non ho ancora letto...) e posso affermare con onestà e un pizzico di presunzione "imprestata" che entrambi non sfigurerebbero sugli scaffali delle librerie italiane e straniere. La sua è la napoletanita che (da napoletano) apprezzo di più in assoluto: genio e passione e un gusto internazionale.

Fabio L. ha detto...

E' veramente emozionante leggere questi commenti e non posso far altro che ringraziare Nick per aver trovato spazio sulle sue pagine.
@ Occhio sulle espressioni
Fa molto piacere trovare un estimatore di Zeman, artista unico. Su Napoli, beh, grazie. E' difficile rubare un'identità di un cubo di Rubik come il nostro ;-)
@Ariano
Nick fa un eccellente lavoro di divulgazione e critica. Il suo carnet non manca di sorprese!
@ Max
Caro Max, la tua stima mi sorprende sempre come la tua narrativa.
@ Luca
E'prezioso avere amici e critici attenti come te Luca. I due romanzi ora sono un po' più solidi proprio grazie a te. Saresti un editor coi fiocchi!

Nick Parisi. ha detto...

@ Luca dell' Isola
Benvenuto su Nocturnia
@ Fabio Lastrucci
Grazie a te per aver accettato di fare l' intervista.

Angelo ha detto...

La miglior risposta all’interrogativo “esiste un futuro per la produzione di genere” sta proprio in persone come Lastrucci, nel suo saper trovare spazi-tempi-modi di esprimersi. Ho parecchie riserve sulla serietà di alcuni operatori del settore e non posso fare a meno di pensare che altrove questo autore troverebbe occasioni migliori, anche dal punto di vista economico, per darsi da fare.

Nick Parisi. ha detto...

@ Angelo
Purtroppo operatori del settore poco seri ne ho incontrati anche io diversi, sia prima di aprire il blog quando facevo il fanzinaro sia in questi due anni di gestione internettiana, il problema esiste e danneggia tutti noi.
Per fortuna poi ci sono gli artisti, gli scrittori e i disegnatori che continuano a darsi da fare.

Steve ha detto...

Avanti così !!! Fabio è uno di quegli autori di strepitosa bravura, ma non valorizzati a sufficienza ;)

Anonimo ha detto...

Leggendo l'intervista mi viene da pensare che il nostro paese è pieno di persone di talento e piene di interessi come il caro Fabio, ma ciò che il paese offre per valorizzare queste persone troppo poco. Siccome avete citato una mia fissa: LUC ORIENT, segnalo questo sito dove si posso leggere alcune delle sue storie: http://corrierino-giornalino.blogspot.it/2011/04/il-signore-di-terango.html
Giorgio Sangiorgi (Edizioni Scudo)

Nick Parisi. ha detto...

@ Steve
Benvenuto anche a te.
@ Giorgio Sangiorgi
E' vero nel nostro paese ci sono diversi talenti non adeguatamente valorizzati.
Purtroppo credo che una parte dell' editoria italiana abbia le sue colpe al riguardo.
Saluti.

Stella ha detto...

Conosco Fabio ai tempi del liceo. Un misto di purezza, sincerità, onestà che riconosco tutt'ora nella lettura di questa intervista. Bravissimo mio caro amico Fabio. Stella (vedovamazzei)

Nick Parisi. ha detto...

@ Stella
Benvenuta anche a te. Concordo sul tuo giudizio su Fabio, è una persona che merita.

Boh non so mah ha detto...

mpf... neanche il tempo di andare al bagno, c'ho! E mi dispiace trascurare nocturnia. Metto in coda di lettura e se ho tempo ti spiegherò in pv. Ciao!

Nick Parisi. ha detto...

@ Eddy
Non ti preoccupare, la vita vera ha sempre la precedenza, quando vuoi scrivi pure.
Ciao.

Camilla P. ha detto...

Non conoscevo Fabio Lastrucci, ma sembra davvero una persona piena di inventiva e voglia di fare - qualità di cui c'è sempre bisogno. In bocca al lupo per tutti i progetti :)

E grazie, Nick, per l'intervista: interessante, come sempre :)

Ramiro ha detto...

Conosco Fabio dalla terza media; sottoscrivo in pieno il commento di Stella. é uno scrittore eccezionale, pieno di inventiva ed una persona di una rara onestà. Se proprio dobbiamo trovargli un difetto, in tanti commenti positivi, è la modestia, tipica dei grandi, che fino ad oggi gli ha impedito di emergere come merita. D'altra parte dall'intervista lo si capicse! In bocca al lupo!

Massimo Citi ha detto...

Ciao Nick! La segnalazione al tuo articolo su Lastrucci è on line sul sito ALIA Evolution. Un abbraccione.

Nick Parisi. ha detto...

@ Camilla P.
Lastrucci è davvero una persona in gamba oltretutto per quel poco che ci ho avuto a che fare si è dimostrato un vero gentleman.
Grazie per i complimenti!

Nick Parisi. ha detto...

@ Ramiro
Ciao Ramiro benvenuto!
È bello vedere quanto ci teniate a Lastrucci, si dice che la vera ricchezza di un uomo consista nel numero di amici veri su cui questi possa contare. In questo senso Lastrucci è un uomo veramente fortunato.
Ciao.

Nick Parisi. ha detto...

@ Maxciti
Benfatto Max!
Ricambio l' abbraccio!

Anonimo ha detto...

A distanza di tempo, aggiungo un commento per ringraziare Nick di avermi fatto da apripista e soprattutto da portafortuna. Dopo varie peregrinazioni editoriali, infatti, sta per uscire con Milena edizioni il romanzo breve "Da choosy nasce cosa". Più avanti sarà pubblicato anche "L'estate segreta di Babe Hardy" con una casa editrice romana specializzata in thriller.
Restate sintonizzati, nocturniani!

Nick Parisi. ha detto...

@ Fà.
Sono contentissimo di tutte queste novità! :)
Avanti così amico mio! :)

Mentre a tutti gli altri: Visto?
Nocturnia porta bene! :D
Le interviste Nocturniane portano fortuna agli intervistati....quindi tenetevi buono il caro vecchio zio Nick. ;)

Ricordando il passato

Ricordando il passato
 
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